Al debutto un critico definì la danza di Vaslav Nijinsky per Le Sacre du Printemps “un imputazione contro la grazia”.L’indignato recensore aveva centrato il avellano della questione: così come Stravinsky con la sua sconvolgente partitura aveva scardinato ogni regola e tradizione musicale anteriore, Nijinsky aveva tentato di riportare la danza al conveniente grado zero: solo nell’annientamento ferino dei codici si sarebbe potuto infatti ritrovare la verità primordiale dell’istinto e dell’impulso, ben evocata dalla partitura di Stravinsky.
Messaggi correlati

Nelle lande desolate il Sacre crudele di McGregor
Articolo precedenteQatar: il paese dei falconieri tra arte e sport
Articolo successivo“Revolution of Our Times”, un documentario impegnato sui fatti di Hong Kong